Rendering fotorealistico oppure home staging?

angolo ristorante con finestra e orologio a muro

Home staging, cos’è?

L’home staging, partiamo da una definizione: si tratta della capacità di rendere vivo e vissuto un luogo abitativo, o lavorativo, non ancora vissuto. L’arte, potremmo dire, di dare vita a qualcosa di non ancora animato. E quale è l’obiettivo dell’home staging? Far sentire a casa propria l’acquirente… che non ha ancora acquistato l’immobile. Con questa pratica l’home stager, e l’azienda per la quale lavora, inscenano ciò che accadrà una volta che l’immobile avrà dei proprietari, con la loro identità e i loro gusti specifici.

Una messa in scena quindi. Ma una messa in scena professionale e che appartiene a pieno diritto al marketing immobiliare. Una messa in scena, per chiudere come si deve questa definizione, attraverso la quale degli ambienti vuoti possono essere valutati dall’acquirente non solo nel loro potenziale, ma già come se fossero abitati.

Home staging e render fotorealistico

E cosa hanno in comune render fotorealistico e home staging? Molto. Certamente una buona serie di obiettivi, tra i quali spiccano la presentazione e la valorizzazione di un interno. L’home staging condivide poi con il rendering 3D l’interesse e la valorizzazione dei dettagli: tessuti, tappeti, cuscini e trapunte, quadri e lampadari, illuminazione (e illuminotecnica).

Queste due professionalità nate pochi anni di distanza l’una dall’altra – l’home staging è stato inventato da Barb Schwarz nei primi anni ’70 del secolo scorso, il render risale addirittura agli anni ’60, grazie al software SketchPad creato nel 1963 da Ivan Sutherland, al MIT – hanno quindi impiegato poco tempo per vedere le proprie strade incrociarsi e percorrere insieme un tratto importante di strada. Allestire interni abitativi e professionali proprio come se il cliente fosse su un palco. Un palco su cui è stata inscenata per lui una giornata di vita, personale o lavorativa: questo è il punto di unione tra il renderista e l’home stager.

L’home staging, così come il rendering fotorealistico, progettano set di interni anche per attività aperte al pubblico quali bar, ristoranti, studi di professionisti e uffici.

Vantaggi dell’home staging

In combinazione con il rendering 3D, l’home staging sembra come amplificare specificità e vantaggi. Dal momento che nella grande maggioranza dei casi la prima occhiata a un immobile viene data online, l’home staging sembra essere quasi obbligato a rivolgersi al rendering. Per diverse ragioni:

  • Fotoinserimento È infatti proprio con il rendering che gli ambienti possono essere integrati con mobili e complementi d’arredo grazie al fotoinserimento, con cui non è più necessario mettere in piedi un trasloco, per di più temporaneo. Sarà infatti sufficiente affidarsi alle librerie dei software più diffusi per la modellazione 3D. Allestire un immobile per la vendita apparirà meno complesso;
  • Targeting & Buyer Personas Home staging e rendering 3D permettono, con un lavoro di sinergia, di diversificare la presentazione per più buyer personas, ovvero a clienti diversi tra loro per capacità di spesa e per destinazione d’uso dell’immobile proposto. A parità di vani e di metratura, il set dell’immobile si potrà adattare alle richieste del mercato con maggiore agilità;
  • Agenzie immobiliari Sono forse tra i maggiori beneficiari, dopo gli acquirenti della combinazione home staging e render fotorealistici. Con un aumento del costo finale di vendita realmente irrisorio (si tratta di un 5% di maggiorazione rispetto a un immobile privo di staging), ma con un netto guadagno di performatività e di tempo, le agenzie immobiliari hanno capito da tempo come l’investimento su home staging e render sia un passaggio quasi obbligato;
  • Acquirente Ultimo, ma non per importanza! Chi ha intenzione, e possibilità, di acquistare un immobile non deve fare altro che navigare nella rete, intercettare gli immobili in vendita, iniziare il suo Virtual Tour. Grazie ai buoni uffici del rendering fotorealistico, un professionista della CG Imagery è in grado di realizzare delle fotografie panoramiche, che il potenziale acquirente “visiterà” dal proprio schermo.

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3D Lolli Design si occupa di consulenza e di realizzazione di modellazione 3D e rendering fotorealistici. Per entrare in contatto o chiedere un appuntamento, basta compilare i campi che seguono, specificando la richiesta.

I migliori programmi per render fotorealistici

Sala da pranzo con tavolo e bottiglia di vino, realizzato con Corona

Definizione di rendering

Prima di descrivere i migliori programmi per render fotorealistici, è il caso di partire definendo i tipi e le tecniche di rendering 3D fotorealistico, dando definizione chiara e univoca del termine rendering. Il rendering indica la resa di una immagine altamente realistica grazie all’uso della computer grafica. Un sinonimo di rendering 3D è Computer-Generated Imagery. Ora che sapete cosa si intende con questo termine, cerchiamo di capire quanti tipi di rendering esistono.

Tipi di rendering fotorealistico

I tipi di rendering, o per meglio dire le principali tecniche di rendering, attualmente sono quattro. Vediamole una per una:

  • Modellazione 3D O rendering 3D propriamente detto. Intuitivamente, consiste nella produzione di un modello neutro, asettico, in tre dimensioni. Sulla superficie del modello viene poi applicata la texture dei materiali. La tecnica che permette questa applicazione si chiama surfacing;
  • Radiosity Con questa tecnica il renderista applica delle ombre più gentili sulle superfici, e serve per esaltare il fotorealismo della composizione. La radiosity viene utilizzata insieme al Raytracing;
  • Raytracing Con il quale si combinano luci e colori, e che a sua volta può essere di due tipi. Raytracing statico, quando riguarda immagini prive di movimento. Raytracing dinamico quando si ha la necessità di restituire immagini in movimento;
  • Rasterizzazione Questo processo indica la conversione di una immagine in due dimensioni, e realizzata in grafica vettoriale, in una immagine raster o bitmap. Più semplicemente, una immagine fatta di pixel.

Salone grigio realizzato con V-Ray

Software di rendering

Ecco ora una breve, e comunque non esaustiva, rassegna dei principali software di rendering.

  • TinkerCAD Può essere considerato il software più semplice in circolazione. Se siete alle prime armi e volete cimentarvi con la modellazione 3D, la vostra scelta dovrebbe ricadere su TinkerCAD. È un software open source, è quindi gratuito, e può essere usato direttamente dal vostro browser;
  • Blender Rappresenta una valida alternativa open source se non potete o non volete investire in software proprietari. Con Blender modellate in 3D ma non solo. Vi sarà possibile anche realizzare animazioni e renderizzazioni avanzate. Dovete aggiungere come, a differenza di TinkerCAD, Blender non spicca per usabilità. Dovrete investire del tempo se volete che questo, pur valido, software sia la vostra principale scelta professionale;
  • 3ds Max Software per grafica vettoriale tridimensionale. Conosciuto in precedenza con il nome commerciale di 3D Studio Max, e realizzato da Autodesk, viene usato quando il professionista si trova in un ambiente di lavoro Autocad. Aspetto tra i più importanti di 3ds Max è la potenza del motore di render, che riduce in modo significativo i tempi di realizzazione dell’immagine renderizzata. Attualmente è tra i più utilizzati. Permette di costruire modellazioni 3D per progetti, animazioni e videogiochi;
  • Lumion Utile per il settore edile e nell’architettura, dal momento che dà il suo meglio nella visualizzazione di progetti BIM e CAD. Garantisce una qualità elevata anche di video 3D e panorami in realtà virtuale. Si caratterizza per una interfaccia relativamente facile e intuitiva nell’uso. È importante sottolineare come Lumion non crei modelli 3D, ma recupera questa mancanza grazie alla sua piena compatibilità con tutti gli altri software di modellazione 3D quali Revit, Archicad, SketchUp Pro, Autocad;
  • V-ray for Rhino È un motore di render realizzato da Chaos Group. Velocità di esecuzione nel calcolo, fotorealismo di estrema qualità. Vi dà enorme libertà di scelta per via delle sue corpose librerie. V-ray for Rhino viene utilizzato nel design di interni, nell’architettura, oltre alla supervisione di effetti speciali e nell’ambito del product designing;
  • SketchUp Pro Non eccessivamente dissimile nella usabilità e nelle caratteristiche da tutti gli altri software che sta leggendo in questa rassegna, risulta essere la risorsa più utilizzata. Si distingue per una visualizzazione in real time dei progetti davvero notevole, oltre a prevedere l’eventualità di organizzare la presentazione, in modo integrato al software, del progetto;
  • Maxon Cinema 4D, di produzione tedesca, è il software che ho scelto per la modellazione 3D, per il rendering e per l’animazione. Con questo software gestisco le luci dei miei render fotorealistici, posso quindi creare e applicare texture. Maxon Cinema 4D viene utilizzato anche per le animazioni, ma a me interessa per la sua capacità di integrare e utilizzare alcuni plug-in. Tra i quali ho scelto Corona Render, con cui chiudo questa lista;
  • Corona Renderer un motore di rendering. Detto in modo più semplice: un software che traduce in rappresentazione grafica, ovvero in una immagine digitale, delle informazioni in ingresso. Corona Renderer ha un set di valori di default estremamente pratico. Posso lavorare quindi con velocità e precisione. Se poi voglio gestire le luci della scena a mio piacimento, provando soluzioni lontane tra loro, passando da una luce notturna a una solare, ecco che Corona Renderer dimostra tutta la sua versatilità.

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Come si realizzano rendering fotorealistici

La realizzazione di rendering fotorealistico

3D Lolli Design salone con finestra parete

Per realizzare dei render che abbiano le caratteristiche di una fotografia, e che rispecchino i tratti di un rendering fotorealistico che si rispetti, occorre innanzitutto partire da una valida modellazione 3D. Poco importa che si tratti di un semplice disegno fatto a mano, di una foto o un disegno 3D o di una pianta. L’aspetto fondamentale è che il professionista si confronti con il cliente per avere un quadro quanto più esaustivo e puntuale del progetto che deve realizzare.

Certo, come vedremo nel paragrafo successivo, un bravo renderista non deve puntare alla perfezione, ha invece bisogno di riprodurre con fedeltà superfici, incidenze della luce, oggetti che abitano i luoghi modellati. Il professionista ha inoltre bisogno di comprendere in quale contesto debba essere sviluppato il render fotorealistico e, soprattutto, quale emozione dovrebbe essere dominante.

Sempre in fatto di produzione, è necessario che il renderista curi altri aspetti della composizione che viene chiamato a realizzare: la scena nella sua interezza, i materiali presenti all’interno della scena, la prospettiva più adatta. Modello fotografico o su pianta, contesto, composizione, luce, superfici ed emozioni; tutti questi elementi convergono in una preview, che il renderista sottopone al cliente.

Quando il cliente ha approvato il lavoro, o quando il professionista adotta gli aggiustamenti di tiro richiesti dal cliente, l’immagine può essere rimessa nelle mani del computer per il rendering finale: un’immagine in alta definizione. L’immagine attraversa la post produzione, viene quindi passata al vaglio di un editor di immagini. La resa è stata ottimizzata.

Ma un renderista sa che un ottimo lavoro, che cerchi di superare la realtà, può essere rischioso. Ecco quindi alcuni espedienti per ottenere un rendering fotorealistico degno di questo nome.

Trucchi per un rendering a regola d’arte

  • Modellazione È importante ripetere questo primo passo, perché senza una buona modellazione il render definitivo avrà una strada lunga e accidentata, patirà diversi stop prima di raggiungere il traguardo della consegna al cliente e dell’alta risoluzione. A partire da un disegno quindi, da una foto o da una pianta, il modello che sarà realizzato dovrà già comprendere al proprio interno arredamento e complementi d’arredo.
  • Texture Una traduzione in italiano della parola texture suonerebbe come superficie. La texture è quindi la superficie, meglio ancora l’insieme delle superfici che compongono l’immagine renderizzata. La cura della texture è un valore che stabilisce la bontà del lavoro di un renderista. 2K, fino a 4K, rappresentano in questo senso uno standard irrinunciabile. La texture non è data una volta per tutte. Affinché un rendering risulti fotorealistico è vitale che il software 3D riceva informazioni sulla forma degli oggetti presenti nella composizione. Questa attività, che prende il nome di texture mapping, fa sì la texture si adatti all’oggetto.
  • Luce In principio, nel render, è la luce. Questa variabile più di ogni altra determina il fotorealismo cui ogni renderista dovrebbe tendere. Senza luce non c’è fotorealismo. Senza fotorealismo sarebbe difficile suscitare emozioni. L’immagine renderizzata sarebbe per di più priva di visual storytelling, una delle ragioni principali per cui il rendering dovrebbe essere tenuto in considerazione. Luce solare o luce artificiale, un buon motore di rendering ha un algoritmo chiamato radiosity, o global illumination, che si prende il tempo necessario per calcolare come e dove la luce rimbalzerà sulle superfici.

Fotorealismo per interni, prodotti e pubblicità

Interno salone con camino.

Nell’immagine che potete vedere a inizio paragrafo, trovate un esempio credo evidente di quanto ho cercato di raccontarvi finora. Un rendering fotorealistico per interni che ho realizzato seguendo momento per momento ogni step descritto.

Cerco sempre di personalizzare, di rendere unico e riconoscibile lo stile del mio lavoro. E nell’interno che state osservando trovate dettagli inconfondibili, che concorrono a dare personalità, spero, all’interno: sopra un tappeto Mosaiek realizzato per GAN è visibile un tavolo mayfair Molteni, accanto al quale si trova una poltrona. Sul fondo dell’ambiente, sopra il vaso I Shine della Kartell, un quadro di Mark Rothko, No. 12 (Black on Dark Sienna on Purple), fa mostra di sé.

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