Come si realizzano rendering fotorealistici

La realizzazione di rendering fotorealistico

3D Lolli Design salone con finestra parete

Per realizzare dei render che abbiano le caratteristiche di una fotografia, e che rispecchino i tratti di un rendering fotorealistico che si rispetti, occorre innanzitutto partire da una valida modellazione 3D. Poco importa che si tratti di un semplice disegno fatto a mano, di una foto o un disegno 3D o di una pianta. L’aspetto fondamentale è che il professionista si confronti con il cliente per avere un quadro quanto più esaustivo e puntuale del progetto che deve realizzare.

Certo, come vedremo nel paragrafo successivo, un bravo renderista non deve puntare alla perfezione, ha invece bisogno di riprodurre con fedeltà superfici, incidenze della luce, oggetti che abitano i luoghi modellati. Il professionista ha inoltre bisogno di comprendere in quale contesto debba essere sviluppato il render fotorealistico e, soprattutto, quale emozione dovrebbe essere dominante.

Sempre in fatto di produzione, è necessario che il renderista curi altri aspetti della composizione che viene chiamato a realizzare: la scena nella sua interezza, i materiali presenti all’interno della scena, la prospettiva più adatta. Modello fotografico o su pianta, contesto, composizione, luce, superfici ed emozioni; tutti questi elementi convergono in una preview, che il renderista sottopone al cliente.

Quando il cliente ha approvato il lavoro, o quando il professionista adotta gli aggiustamenti di tiro richiesti dal cliente, l’immagine può essere rimessa nelle mani del computer per il rendering finale: un’immagine in alta definizione. L’immagine attraversa la post produzione, viene quindi passata al vaglio di un editor di immagini. La resa è stata ottimizzata.

Ma un renderista sa che un ottimo lavoro, che cerchi di superare la realtà, può essere rischioso. Ecco quindi alcuni espedienti per ottenere un rendering fotorealistico degno di questo nome.

Trucchi per un rendering a regola d’arte

  • Modellazione È importante ripetere questo primo passo, perché senza una buona modellazione il render definitivo avrà una strada lunga e accidentata, patirà diversi stop prima di raggiungere il traguardo della consegna al cliente e dell’alta risoluzione. A partire da un disegno quindi, da una foto o da una pianta, il modello che sarà realizzato dovrà già comprendere al proprio interno arredamento e complementi d’arredo.
  • Texture Una traduzione in italiano della parola texture suonerebbe come superficie. La texture è quindi la superficie, meglio ancora l’insieme delle superfici che compongono l’immagine renderizzata. La cura della texture è un valore che stabilisce la bontà del lavoro di un renderista. 2K, fino a 4K, rappresentano in questo senso uno standard irrinunciabile. La texture non è data una volta per tutte. Affinché un rendering risulti fotorealistico è vitale che il software 3D riceva informazioni sulla forma degli oggetti presenti nella composizione. Questa attività, che prende il nome di texture mapping, fa sì la texture si adatti all’oggetto.
  • Luce In principio, nel render, è la luce. Questa variabile più di ogni altra determina il fotorealismo cui ogni renderista dovrebbe tendere. Senza luce non c’è fotorealismo. Senza fotorealismo sarebbe difficile suscitare emozioni. L’immagine renderizzata sarebbe per di più priva di visual storytelling, una delle ragioni principali per cui il rendering dovrebbe essere tenuto in considerazione. Luce solare o luce artificiale, un buon motore di rendering ha un algoritmo chiamato radiosity, o global illumination, che si prende il tempo necessario per calcolare come e dove la luce rimbalzerà sulle superfici.

Fotorealismo per interni, prodotti e pubblicità

Interno salone con camino.

Nell’immagine che potete vedere a inizio paragrafo, trovate un esempio credo evidente di quanto ho cercato di raccontarvi finora. Un rendering fotorealistico per interni che ho realizzato seguendo momento per momento ogni step descritto.

Cerco sempre di personalizzare, di rendere unico e riconoscibile lo stile del mio lavoro. E nell’interno che state osservando trovate dettagli inconfondibili, che concorrono a dare personalità, spero, all’interno: sopra un tappeto Mosaiek realizzato per GAN è visibile un tavolo mayfair Molteni, accanto al quale si trova una poltrona. Sul fondo dell’ambiente, sopra il vaso I Shine della Kartell, un quadro di Mark Rothko, No. 12 (Black on Dark Sienna on Purple), fa mostra di sé.

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